Nella prima parte, abbiamo tradotto un ottimo articolo di Dave Hayes che spiega il concetto di “devolution” e lo inquadra nell’attuale contesto storico e politico. Continuiamo il discorso sulla teoria della “devolution” (secondo la quale, in America, il potere presidenziale non sarebbe mai realmente passato nelle mani di Joe Biden, cosa che, a nostro avviso, corrisponde alla realtà dei fatti) inoltrandoci in alcuni aspetti tecnici fondamentali che danno sostanza al discorso.
Durante un’emergenza nazionale, al Presidente degli USA sono assegnati poteri eccezionali. Gli Stati Uniti sono ancora in stato di emergenza nazionale, in virtù dell’Ordine Esecutivo n. 13848 del 12 settembre 2018, denominato “Ordine Esecutivo sull’imposizione di determinate sanzioni in caso di interferenze straniere in un’elezione negli Stati Uniti”. Il 10 settembre 2020, l’Ordine Esecutivo è stato prorogato di un anno in virtù della “minaccia inusuale e straordinaria alla sicurezza nazionale”.
Durante un’”emergenza nazionale catastrofica”, il Presidente può nominare un “governo ombra” temporaneo. La creazione di un “governo ombra” richiede che alcuni individui-chiave dell’ERG (“Emergency Relocation Group”, ossia Gruppo di Ricollocazione di Emergenza) vengano spostati in località secondarie per mandare avanti il governo (il “governo ombra” fu attivato, ad esempio, dal Presidente Bush subito dopo gli attacchi dell’11 settembre).
Se l’emergenza nazionale si verifica nella regione della Capitale, il Piano di Continuità Nazionale fornisce la strategia dettagliata per l’evacuazione di massa e la ricollocazione di ogni agenzia del governo federale, della Casa Bianca e dell’esercito.
Il Presidente Trump può anche utilizzare i poteri di due Ordini Esecutivi di Obama per proteggere la Nazione:
Il governo federale ha stabilito 4 livelli di COGCON (condizioni di prontezza per la continuità del governo):
- COGCON4 = condizioni normali con esercitazioni periodiche
- COGCON3 = le squadre preposte di ogni agenzia e dipartimento preparano i siti alternativi, eseguendo i test delle infrastrutture di comunicazione ed elettroniche e mantenendosi costantemente informate sull’ubicazione dei dirigenti e dei quadri superiori
- COGCON2 = dispiegamento del 50-75% dei membri del personale di continuità del Gruppo di Ricollocazione di Emergenza presso le sedi alternative. Accertamento della loro capacità di condurre operazioni e loro preparazione a svolgere le funzioni essenziali delle relative organizzazioni nell’evento di un’emergenza catastrofica
- COGCON1 = dispiegamento completo della leadership designata e del personale di continuità allo scopo di svolgere le funzioni essenziali delle relative organizzazioni da località alternative sia come risultato che in preparazione di un evento catastrofico
È interessante notare che ogni anno il Governo degli Stati Uniti abbassa “segretamente” il livello di COGCON da 4 a 3 in occasione del discorso sullo Stato dell’Unione, quando la leadership governativa è concentrata in un singolo luogo.
Il 19 gennaio 2021 (il giorno prima che Trump lasciasse la Casa Bianca), Dave Troy, giornalista serio e tutt’altro che un supporter di Trump, ha cominciato a postare su Twitter la notizia che a molte persone era stato notificato che il livello di COGCON era stato abbassato a 2. Dopo una serie di verifiche, l’abbassamento del livello di COGCON a 2 è stato confermato. Per noi è un indizio importante dell’implementazione della “devolution”, con lo spostamento del vero governo in sedi alternative, mentre a Washington rimaneva un governo “di facciata”.
Veniamo ora ad aspetti più strettamente militari e parliamo della catena di comando. Per capire come la “devolution” può essere attivata per via militare, è importante capire la catena di comando in seno al Dipartimento della Difesa. Tutto parte dal vertice, rappresentato dal Presidente, che è il comandante in capo delle forze armate. La seconda figura nella linea di comando è il Segretario della Difesa, poi vengono i Comandanti Combattenti. È importante notare che tutti i Generali che lavorano al Pentagono, cioè i Joint Chiefs of Staff (gli Stati Maggiori Riuniti) sono esclusi dalla catena di comando ed hanno principalmente una funzione consultiva. I Comandi Combattenti (COCOMs), noti anche come Comandi Combattenti Unificati, sono il più alto livello possibile di comando militare. I COCOMs sono 11 in totale e si distinguono per area geografica o per funzione di competenza. I COCOMS geografici sono 7 (Nord America, Sud America, Europa, Africa, Medio Oriente, Regione Indopacifica, Spazio), quelli funzionali sono 4 (Operazioni Speciali, Strategico, Trasporti, Informatico). Per acquisire il grado di Comandante Combattente, un generale a 4 stelle deve essere raccomandato dal Segretario della Difesa, nominato per l’incarico dal Presidente, confermato dal Senato e formalmente incaricato, su ordine del Presidente, dal Segretario della Difesa.
Degli attuali 11 Comandanti Combattenti, 10 sono stati nominati dal Presidente Trump, l’undicesimo (l’Ammiraglio John C. Aquilino per la Regione Indopacifica) da Joe Biden. Come far conciliare il Comandante nominato da Biden con la teoria della “devolution”? La chiave sta nel fatto che l’Ammiraglio Aquilino ha supervisionato la promozione, a giugno di quest’anno, di Charles A. Flynn, fratello del Generale Mike Flynn, a comandante delle forze armate americane nel Pacifico: dato che la famiglia del Generale Flynn è, al di là di ogni dubbio, una famiglia di Patriots, ne consegue che la figura di Biden è servita solo da “facciata” per la nomina di Aquilino.
I Comandanti Combattenti reciterebbero un ruolo fondamentale nella “devolution”: le uniche persone che dovrebbero sapere dell’attivazione della “devolution”, oltre al Presidente e al Segretario della Difesa, sono proprio i Comandanti Combattenti e solo nella fase successiva, quella della “rivelazione” al pubblico, dovrebbero fornire informazioni specifiche ai loro sottoposti. Ogni Comandante Combattente risponde direttamente al Segretario della Difesa.
Se al Segretario della Difesa di Trump, Chris Miller, fossero arrivate informazioni relative all’ingerenza straniera nelle elezioni presidenziali in misura tale da alterarne profondamente il risultato, sarebbe stato obbligato a condividere le prove in suo possesso con ogni Comandante Combattente. Questi avrebbero riconosciuto l’illegittimità dell’amministrazione entrante e sarebbe stato attivato il piano contingente, quello della “devolution”.
Ora vediamo, in ordine, cronologico, come il “campo di battaglia” delle elezioni è stato preparato.
- 8 maggio 2018: il Comando Informatico è stato elevato, da subunità del Comando Strategico, al rango di COCOM
- 23 luglio 2018: il Generale Paul Nakasone (a capo della NSA e del Comando Informatico) conferma di aver creato una task-force per contrastare le minacce informatiche russe. Nakasone dichiara che un attacco informatico alle strutture critiche degli USA deve essere considerato come un atto di guerra e quindi darebbe luogo ad una reazione. Dal 2017 il sistema elettorale americano rientra nella definizione di struttura critica
- 16 agosto 2018: il New York Times pubblica l’articolo “Trump, cercando di allentare le regole sugli attacchi informatici agli USA, capovolge le direttive di Obama”. Dall’articolo emerge che Trump ha tagliato fuori gli organismi federali dalle decisioni relative alla risposta agli attacchi informatici, dando autonomia di azione ai militari
- 10 settembre 2018: il Council of Foreign Relation conferma, in un commento piuttosto critico, che il Comando Informatico ha ora autonomia decisionale nel caso di attacchi informatici a strutture critiche
- 29 aprile 2019: viene pubblicata la notizia che la task force denominata “Piccolo Gruppo Russo” è diventata permanente
- 23 luglio 2019: il Generale Nakasone annuncia che la NSA sta creando un direttorato per la sicurezza informatica
- 7 settembre 2019: la NSA si prepara a difendere le elezioni del 2020, prendendo spunto da quanto accaduto nel 2018
- 20 dicembre 2019: la US Space Force è ufficialmente la sesta branca delle Forze Armate Americane
- 10 febbraio 2020: il Dipartimento della Difesa pubblica l’articolo “Il Dipartimento della Difesa ha un ruolo permanente nella difesa delle elezioni”
- 8 agosto 2020: dal Dipartimento della Difesa trapela che la minaccia di interferenze nelle elezioni viene anche da Cina e Iran
- 9 dicembre 2020: viene annunciato ufficialmente che la Space Force è diventata il 18° membro della comunità di agenzie di intelligence degli Stati Uniti. La Space Force, attraverso il controllo dei satelliti, ha avuto un ruolo importante nel catturare i dati relativi agli attacchi e alle interferenze nel sistema elettorale
Il quadro finora presentato ci lascia convinti che la teoria della “devolution” sia quella che meglio spiega le molte anomalie dell’attuale situazione americana e mondiale.
Fonti: