NOTA: il presente testo è il sunto dell’articolo “Devolution - Part 13”, di Patel Patriot
Finora abbiamo collegato la “devolution” (cioè la continuità del Governo degli USA nel caso in cui potenze o poteri ostili siano riusciti ad impossessarsi dei vertici istituzionali) principalmente all’apparato militare, ma un attento studio dei documenti ci autorizza a pensare più in grande.
Il 7 dicembre 2020 Donald Trump ha firmato l’Ordine Esecutivo 13961 “Governance and Integration of Federal Mission Resilience” [Amministrazione e integrazione della resilienza della rappresentanza federale], che è stato emesso contemporaneamente alla “Federal Mission Resilience Strategy 2020” [Strategia della resilienza della rappresentanza federale 2020]. Vedremo che l’intero quadro della devolution si trova nei registri federali, visibile a tutti, dal 7 dicembre 2020.
L’EO 13961 è stato emesso, come si evince dal testo stesso, sotto l’autorità del National Security Act del 1947, il che lo pone immediatamente non in un ambito relativo ai “disastri naturali”, ma in quello di “guerra e difesa nazionale”: l’intera base dell’EO è la continuità di governo proprio in quest’ultimo caso. L’EO richiama la Presidential Policy Directive-40 [Direttiva di Politica Presidenziale-40], emessa da Obama, che, pur essendo segreta nei contenuti specifici, è noto che tratta della continuità delle Funzioni Nazionali Essenziali (NEFs) tramite: Continuità delle Operazioni (COOP), Continuità di Governo (COG) e Governo Costituzionale Permanente (ECG).
Questa la lista delle Funzioni Nazionali Essenziali (NEFs):
NEF 1: Mantenere la continuità della forma di governo, inclusi i tre poteri separati (legislativo, esecutivo e giudiziario)
NEF 2: Fornire una leadership nazionale visibile e mantenere la fiducia del popolo americano
NEF 3: Difendere gli USA da tutti i nemici, esterni ed interni, e prevenire gli attacchi
NEF 4: Mantenere relazioni efficaci con le altre nazioni
NEF 5: Mantenere la sicurezza interna e l’azione contro il crimine
NEF 6: Mantenere la capacità di una pronta risposta in caso di calamità o attacchi
NEF 7: Proteggere e stabilizzare l’economia nazionale e mantenere la fiducia nel sistema finanziario nazionale
NEF 8: Fornire livelli di servizio adeguati nelle aree della sanità, della sicurezza e del welfare
L’Ordine Esecutivo citato e il relativo documento sulla “strategia” sono soprattutto focalizzati sulla resistenza del ramo esecutivo; in particolare, l’Ordine Esecutivo stabilisce la creazione di un Comitato Esecutivo, composto dalle seguenti figure istituzionali (riportiamo tra parentesi il nome di chi era in carica al momento della pubblicazione del documento):
Segretario della Difesa (Christopher Miller)
Segretario della Sicurezza Interna (Chad Wolf)
Direttore dell’Intelligence Nazionale (John Ratcliffe)
Consigliere per la Sicurezza Nazionale (Robert O’ Brien)
Assistente del Presidente e vicecapo dello Staff per le Operazioni (Tony Ornato)
Direttore dell’Ufficio Gestione e Budget (Russell Vought)
Membro aggiuntivo presente solo quando le sue competenze siano richieste:
Direttore dell’Ufficio per le Politiche di Scienza e Tecnologia (Kevin Droegemeir)
Il Comitato Esecutivo serve a facilitare l’esecuzione del piano di continuità e le altre politiche relative, a consigliare il Presidente sulle suddette tematiche, a istituire corpi di coordinamento subordinati (laddove appropriato), a coordinare il lavoro delle agenzie nell’ambito del piano di continuità.
Ricapitolando: L’Ordine Esecutivo 13961 nasce dai poteri di guerra di Trump e fornisce le linee guida per l’esecuzione di un “piano di continuità”. Ci dice anche che esistono corpi subordinati e gruppi di lavoro che supportano il Comitato Esecutivo e il suo lavoro nell’eseguire il piano. Dice inoltre che il collegamento del Comitato Esecutivo con il Presidente è rappresentato dal Capo dello Staff (che all’epoca era Mark Meadows).
L’EO stabilisce che il Consigliere per la Sicurezza Nazionale (all’epoca O’ Brien) è designato come Coordinatore della Continuità Nazionale e che, a sua volta, può trasferire questa funzione a una persona da lui stesso designata.
Nell’Ordine Esecutivo 13961 è inoltre contenuta una modifica all’Ordine Esecutivo 13618, emesso da Obama, sulla sicurezza delle comunicazioni durante le situazioni di emergenza.
Mentre originariamente l’Ordine Esecutivo di Obama poneva le comunicazioni dell’esecutivo, nei casi di emergenza o sicurezza nazionale, sotto il controllo di numerose agenzie, le modifiche introdotte da Trump pongono questo controllo nelle mani del Direttore dell’Ufficio per le Politiche di Scienza e Tecnologia (che, lo ricordiamo, è parte del Comitato Esecutivo dell’EO 13961) e sostituiscono il Comitato Esecutivo dell’EO 13618 con quello dell’EO 13961. Assistiamo quindi ad un deciso accentramento dell’aspetto cruciale delle comunicazioni in emergenza alla ristretta cerchia stabilita dall’Ordine Esecutivo di Trump che abbiamo finora esaminato.
Diamo ora un’occhiata più approfondita al documento “Federal Mission Resilience Strategy 2020”, che si apre con una lettera introduttiva dello stesso Trump. Egli vi afferma che gli avversari degli USA non combatteranno nei termini più congeniali all’America, ma si muoveranno su una soglia che rimarrà al di sotto del conflitto armato e che il documento in questione serve per mantenere in vita il Governo Costituzionale in qualsiasi circostanza, prevedibile o meno.
In questa lettera Trump ha delineato ciò che si stava già accingendo a fare, altrimenti non avrebbe avuto senso pubblicare un simile documento un mese e mezzo prima di lasciare la Casa Bianca.
Il documento di "Strategia" è stato sviluppato per rispondere alla direttiva del Comitato dei Direttori del Consiglio di Sicurezza Nazionale (NSCPC). Facciamo ora un approfondimento su questo comitato. Il 4 aprile 2017 Trump ha pubblicato un memorandum presidenziale in cui ha richiamato il National Security Act del 1947, che abbiamo già menzionato sopra e che si trova nella sezione “Guerra e Difesa Nazionale” del Codice degli Stati Uniti. Nel memorandum si afferma che, in base a questa legge del 1947, al Consiglio di Sicurezza Nazionale (NSC) spetta consigliare il Presidente nell’integrazione delle politiche estere, interne e militari in relazione alla sicurezza nazionale. Accenniamo brevemente al fatto che Trump e O’Brien hanno ripulito l’NSC dagli elementi del deep state nel febbraio 2020. Il NSCPC è definito come un forum interagenzia di livello ministeriale che si occupa di valutare i problemi politici che interferiscono con la sicurezza nazionale. Trump ha quindi emesso l’EO 13961 e il contemporaneo documento sulla strategia per la continuità governativa non solo in base alla legge del 1947 pensata per situazioni di guerra, ma anche sotto la direzione del gruppo politico di livello più alto sulla tematica della sicurezza nazionale. Giova ripetere che ciò a cui assistiamo è indice di un’operazione militare nella forma di un piano per la continuità di governo, e che il piano è stato formulato per garantire la continuità dell’esecutivo in una situazione specifica, la situazione di guerra.
Vediamo ora chi faceva parte dell’NSCPC al tempo dell’emissione dell’EO 13961:
Consigliere per la Sicurezza Nazionale - Robert O’Brien - Presidente del Comitato
Segretario di Stato - Mike Pompeo
Segretario del Tesoro - Steve Mnuchin
Segretario della Difesa - Christopher Miller
Procuratore Generale - William Barr
Segretario dell’Energia - Dan Brouillette
Segretario della Sicurezza Interna - Chad Wolf
Capo dello Staff per il Presidente - Mark Meadows
Direttore dell’Intelligence Nazionale - John Ratcliffe
Presidente degli Stati Maggiori Riuniti - Mark Milley
Direttore della CIA - Gina Haspel
Consigliere per la Sicurezza Interna - Julia Nesheiwat
Rappresentante degli Stati Uniti all’ONU - Kelly Craft
I nomi in grassetto sono quelli che contemporaneamente occupavano una posizione nel Comitato Esecutivo dell’EO 13961 di cui sopra.
Ovviamente, se assumiamo che l’Ordine Esecutivo 13961 e il documento sulla “Strategia” forniscano il quadro della devolution, dobbiamo per lo meno assumere che tutti i nomi dell’elenco siano “cappelli bianchi”, nonostante alcune apparenze contrarie (come nel caso della controversa figura del Generale Milley).
La strategia per la continuità di governo riduce il peso della ricollocazione del personale in location alternative e si poggia di più sulla redistribuzione e sul decentramento dei compiti. Siamo di fronte a una gestione olistica del rischio riguardante la continuità di governo, con una suddivisione dei compiti su uno spettro molto ampio di organismi burocratici, in modo che alle singole entità coinvolte possa anche non essere comunicato nulla che riguardi il piano di continuità governativa. Un simile modello è stato pensato per continuare a funzionare anche nel momento dell’ingresso dell’amministrazione Biden. La costruzione della "devolution" è quindi probabilmente basata su gruppi di lavoro già capaci di portare avanti le funzioni fondamentali del governo una volta che il piano abbia avuto inizio.
Il documento sulla “Strategia” parla di “eventi distruttivi” per le “infrastrutture critiche” per mezzo di “attacchi cinetici e non cinetici”. Noi già sappiamo che le elezioni sono classificate come “infrastruttura critica”. Sappiamo anche, dai commenti di Trump, che ci sono state interferenze straniere nelle elezioni americane. Per logica, l’interferenza straniera nelle elezioni e il loro furto risultano nell’impossibilità di preservare la forma di governo.
Il modello di pianificazione è anch’esso parte del documento sulla “Strategia” e menziona il cambiamento paradigmatico nel passaggio da un modello “reattivo” a un modello “proattivo” (che, cioè, anticipa le mosse del nemico, anziché reagirvi). La continuità di governo passa quindi dall’essere una reazione supercomplicata a un evento a una transizione invisibile, in cui le Funzioni Fondamentali che hanno la priorità vengono portate avanti senza interruzioni.
Nel documento vengono individuate tre “direttrici di sforzo”:
Direttrice di Sforzo Uno: assicurare l’efficienza delle funzioni essenziali prima, durante e dopo eventi disgreganti
Direttrice di Sforzo Due: assicurare una leadership nazionale continua, responsabilità, coordinamento e gestione del rischio di funzioni e servizi essenziali
Direttrice di Sforzo Tre: assicurare servizi di supporto alle decisioni dell’esecutivo e supporto operativo del Presidente in qualunque circostanza, incluso un contesto di distruzione non preavvisata o di minaccia diretta.
La “Strategia” tratteggia il contesto, il modello di pianificazione e i passi necessari per assicurare la resilienza del ramo esecutivo del Governo Federale. Questi includono la nuova prioritizzazione delle funzioni essenziali e l’incremento del numero dei possibili nodi disponibili per eseguire le funzioni essenziali ri-prioritizzate.
Ora che abbiamo esaminato più in dettaglio l’EO 13961 e il documento sulla “Strategia”, vale la pena tornare sul Comitato Esecutivo stabilito dall’Ordine Esecutivo stesso. Donald Trump, nella già citata introduzione del documento “Strategia” ha scritto: “Governo e settore privato devono lavorare insieme per ridurre le vulnerabilità e progettare infrastrutture che prevedano dall’inizio preparazione e resilienza”. Diamo quindi un’occhiata all’attuale inquadramento tra settore pubblico e privato di coloro che erano membri del Comitato Esecutivo al tempo della pubblicazione dell’EO 13961.
Assistente del Presidente e vicecapo dello Staff per le Operazioni, Tony Ornato: è ora vicedirettore del Servizio Segreto. È interessante che un membro del Comitato Esecutivo occupi una posizione così prominente nonostante il cambio di amministrazione.
Direttore dell’Ufficio Gestione e Budget, Russell Vought: ha fondato il Center for Renewing America (CRA), che si occupa di portare avanti le politiche di Trump in diversi settori-chiave. L’azienda impega diversi elementi che hanno fatto parte dell’Amministrazione Trump.
Segretario della Sicurezza Interna, Chad Wolf: dopo essere entrato a far parte dell’America First Policy Institute (un altro istituto che porta avanti le politiche di Trump), si starebbe preparando a lanciare il Wolf Global Advisors, che può essere considerato come un Dipartimento della Sicurezza Interna su piccola scala. L’organizzazione sembra essere ancora dormiente.
Direttore dell’Intelligence Nazionale, John Ratcliffe: anche lui fa parte dell’America First Policy Institute.
Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Robert O’ Brien: è il co-fondatore della American Global Strategies LLC, una società di consulenza che vede al proprio interno ex dipendenti della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato, del Pentagono e di Capitol Hill. Anche questa azienda sembra essere quasi “dormiente”.
Segretario della Difesa, Christopher Miller: è il co-fondatore della Boundary Channel Partners (BCP), società di consulenza di cui fanno parte diversi membri della passata amministrazione. Anche questa azienda risulta “dormiente”. Il gruppo di lavoro può essere considerato come una replica del Dipartimento della Difesa di Trump su piccola scala.
In conclusione, dobbiamo guardare all’Ordine Esecutivo 13961 e alla “Strategia” e affiancarli alle prove circostanziali fornite in tutta la serie di articoli della Devolution Series. Aggiungiamo al quadro le disfunzioni di Biden e della sua amministrazione: a questo punto, la “devolution” non può essere considerata una teoria come un’altra.
Il quadro complessivo inizia ora ad essere a fuoco. Il 7 dicembre 2020 Trump ha emesso l’Ordine Esecutivo 13961 “Governance and Integration of Federal Mission Resilience” e il documento “Federal Mission Resilience Strategy”, mettendo in moto il piano. Ora siamo in grado di individuare il gruppo di persone responsabili dell’implementazione ed esecuzione del piano. Ogni individuo responsabile della “devolution” ha formato o è entrato in organizzazioni strettamente allineate con le politiche dell’Amministrazione Trump.
Avete notato che, ultimamente, la rilevanza di Trump è aumentata e che lui stesso si sta mettendo sotto i riflettori? Il movimento MAGA sta crescendo e non c’è nulla che lo possa fermare. Il popolo sta riprendendo in mano l’America dal basso, così come dovrebbe essere. Stiamo facendo la nostra parte, Trump ha già fatto la sua.
Non è più questione di capire se la “devolution” sia reale, ma di come e quando verrà rivelata.