Ad oggi, Trump è costretto a difendersi da accuse penali in ben 4 casi giudiziari, l’ultimo dei quali culminato in un arresto (con rilascio immediato su cauzione), con tanto di foto segnaletica. La foto è subito diventata virale, tanto da essere immediatamente ristampata su magliette e altri gadget, venduti (con incassi record) per sostenere la sua campagna elettorale. Quest’ultimo arresto ha coinciso con il ritorno di Trump alla pubblicazione di un tweet sul suo profilo Twitter ufficiale, dopo oltre 2 anni e 8 mesi di silenzio (comprensivi di un lungo periodo in cui il suo account è stato bloccato: dall’8 gennaio 2021 al 20 novembre 2022). La persecuzione giudiziaria si sta rivelando, come era prevedibile, un clamoroso boomerang: la popolarità di Trump è ora alle stelle.
Veniamo ora alle notizie vere, quelle che diamo solo noi Patrioti del Q Movement: sappiamo che Trump, con il supporto dei militari, mantiene ancora i poteri presidenziali fondamentali (vedi QUI e QUI), a causa dei brogli e delle ingerenze straniere che hanno portato alla “vittoria” elettorale di Biden nel 2020. Sappiamo anche, da Q, che in realtà stiamo vedendo un film (ad esempio: Q#813, Q#1450, Q#4904) e che Trump è protetto e isolato (Q#326), quindi nessun arresto reale è possibile, ma stiamo assistendo a una fiction, il cui scopo consiste nel favorire il risveglio della popolazione, oltre che a fuorviare le forze residue del deep state. È anche possibile che il processo che Trump dovrà affrontare in Georgia, in cui si difenderà da accuse di interferenze elettorali, serva proprio per introdurre nel dibattimento le prove di brogli e ingerenze straniere a favore di Biden, perché tutti possano vederle (Q ci ha indicato diverse volte che certe accuse, certe inchieste, certi processi servono per introdurre legalmente prove nel sistema giudiziario e renderle quindi pubbliche: Q#1181, Q#1200, Q#1226, Q#1287, Q#3850). Certo è che l’arresto del 25 agosto 2023 (l’ultimo in ordine di tempo mentre scriviamo) ha provocato una presa di coscienza da parte di ampie fasce dell’elettorato nero, che hanno iniziato a schierarsi con Trump. Cito dal profilo Telegram Absolute1776 (tradotto da Insider Q Italy): “Q ci ha detto che quando la popolazione nera avesse capito i [loro] meccanismi di controllo e il fatto che il deep state ha usato la popolazione nera per decenni come mezzo per dividerci, per [loro] sarebbe stato game over. Sono abbastanza sicuro che in questo film siamo a quel punto. Ogni mossa che [loro] fanno a questo punto serve semplicemente a risvegliare sempre più persone. Boomerang in pieno effetto.” I drop di Q citati sono Q#9 e Q#19.
Infatti il deep state, terrorizzato dalla possibilità che Donald Trump possa rappresentare una figura unificante per tutto il popolo, per tentare di correre ai ripari e continuare fomentare le divisioni razziali, ha attivato il solito shooter, il solito folle che ha sparato sulla gente all’impazzata: il 26 agosto, a Jacksonville, un bianco ha compiuto una strage con motivazioni razziali, uccidendo tre afroamericani. Sappiamo da Q che questi episodi sono collegati al programma di controllo mentale della CIA “MK-Ultra” (Q#2663), ufficialmente abbandonato negli anni ’70, ma da allora sviluppato e perfezionato in segreto.
Secondo le interpretazioni correnti, il drop Q#3606 potrebbe essere riferito proprio all'attuale situazione giudiziaria di Trump: sono quattro i processi in cui dovrà difendersi e nel drop si dice "There is no STEP FIVE. -END- [Non c'è il QUINTO PASSO -FINE-]", come a dire che il deep state ha esaurito questo tipo di munizioni e la resa dei conti è vicina. L'interpretazione troverebbe conferma nel nuovo tweet di Trump (la cui immagine si trova alla fine di questo articolo): sotto la foto segnaletica si trovano tre righe di testo, le cui lettere iniziali formano proprio la parola END. Come dice Q, non esistono le coincidenze.
Il deep state si trova inoltre ad affrontare il nodo delle elezioni presidenziali ed avrebbe bisogno di nuovi allarmi e di nuovi lockdown per ricorrere ancora una volta al voto postale ed alterare nuovamente il risultato delle urne a proprio favore. Di qui il tentativo di sfruttare l’inesistente “emergenza climatica”, forse per giungere ai paventati “lockdown climatici” (manovra per ora andata a vuoto). Poi hanno tastato il terreno della questione degli “alieni”, chissà con quale contorta finalità: il discorso, finora, è caduto da solo per l’indifferenza generale. Infine, negli ultimi giorni, è riemersa la “vecchia” questione del COVID: la stampa americana ha ricominciato a spingere sulla “pandemia”, ad usare toni iper-allarmisti nel parlare del virus e a gonfiare il numero di casi e di vittime. Lo stesso Biden ha parlato di “nuova pandemia” e di un “nuovo vaccino che funzioni”. Solo che ora l’atteggiamento della popolazione generale è molto diverso: l’esperienza maturata rende quasi impossibile una replica del copione di tre anni fa. Inoltre, come vedremo, il panorama dell’informazione sta velocemente e radicalmente cambiando, tanto forse da rendere impensabile la riproposizione della propaganda terroristica di inizio pandemia. L’impressione è che ogni tentativo in questo senso potrebbe trasformarsi in un ulteriore boomerang.
Esiste poi la possibilità che Biden esca di scena prima dello scadere del mandato (come sibillinamente ipotizzato da Trump durante la sua intervista con Tucker Carlson su Twitter, ma lo stesso Trump aveva già affermato che l’Amministrazione Biden sarebbe stata perseguitata dal 25° Emendamento – che prevede la rimozione del Presidente per motivi di salute – in uno dei suoi ultimi discorsi a fine mandato, tenuto ad Alamo, in Texas, il 12 gennaio 2021) e addirittura che lo stesso Trump torni ufficialmente alla Casa Bianca prima del previsto, come suggerito da George News tempo fa. Sono informazioni reali o solo elementi per confondere il nemico? Vedremo.
I media tradizionali in ginocchio
Nel frattempo, prosegue l’opera di scardinamento dei media tradizionali prevista dal Piano Militare: un’autentica, grande rivoluzione sta avvenendo sotto i nostri occhi. Il 23 agosto, a Milwaukee (Wisconsin), è andato in scena il primo dibattito tra i candidati repubblicani alle primarie per le presidenziali, trasmesso in TV con uno share di 12,8 milioni di spettatori. Trump, invece di partecipare all’evento con gli altri candidati, lo stesso giorno si è fatto intervistare, da solo, da Tucker Carlson su Twitter, ottenendo oltre 260 milioni di visualizzazioni. Lo stesso Carlson, che era il giornalista televisivo più seguito d’America con 5 milioni di telespettatori quando lavorava per Fox News, ottiene ora, nel suo programma su Twitter, decine di milioni di visualizzazioni, in media, per ogni puntata. Si può già parlare di superamento storico dei media tradizionali: grazie a Twitter e a Elon Musk sta nascendo un modello di informazione più democratico, più inclusivo e costruito “dal basso”. Le parole di Jacob Creech “Clandestine” prima e subito dopo l’intervista fotografano perfettamente la situazione:
“Si sta per realizzare il peggior incubo del deep state. Decine di milioni di persone stanno per ascoltare un uomo che non controllano, intervistato da un giornalista che non controllano, su una piattaforma social che non controllano. Stasera rappresenta un momento chiave nell’estinzione dei media tradizionali”
“Ragazzi! I numeri di questa intervista Trump/Tucker hanno già ASSOLUTAMENTE ANNIENTATO il dibattito repubblicano. I media tradizionali sono morti. Tucker e Trump lo dicono nei primi due minuti dell’intervista. Il popolo non sta guardando la TV. Il popolo ha aggirato i media corrotti!”
Uno dei prossimi passi nella distruzione della narrativa del deep state sarà l’intervista di Tucker Carlson a Vladimir Putin, per la quale, secondo RT, è stata già presentata domanda formale.
Sempre le parole di Jacob Creech a riguardo:
“Se pensate che l’intervista di Tucker a Trump abbia fatto arrabbiare i liberal, aspettate finché non intervista Putin. Il deep state non può tollerarlo. Il seguito di Tucker è colossale e non possono permettere che la gente veda che Putin non è il pazzo guerrafondaio che loro dipingono”
Il Piano Militare va avanti a tutto vapore.
28 agosto 2023
AGGIORNAMENTO DEL 3 GIUGNO 2024
La sentenza di condanna di Donald Trump, emessa il 30 maggio da un tribunale di New York presieduto da Procuratore Distrettuale Alvin Bragg, al termine di un processo-farsa come mai se ne sono visti negli ultimi decenni, è parte essenziale dello show che i Patrioti hanno organizzato per rimuovere per intero il deep state senza arrivare alla guerra civile. Sui numerosi canali di informazione alternativa troverete descritti con dovizia di particolari l’inconsistenza delle accuse, la parzialità nella scelta dei giurati, le forzature procedurali, persino l’indignazione di personaggi lontani mille miglia dalle posizioni del Presidente. Questo quadro da repubblica delle banane porta all’ottenimento di almeno tre ordini di risultati: fa aumentare il sostegno delle persone comuni, che percepiscono l’ingiustizia di un sistema con due pesi e due misure, nei confronti di Trump; fa aumentare la percezione della corruzione delle istituzioni (compresa la stessa Camera a guida repubblicana, che rimane sostanzialmente a guardare) alla vigilia della mutazione profonda che si troveranno subire; crea un precedente importante, anche nella coscienza collettiva, per cui chi ha ricoperto “alte cariche” non è più intoccabile una volta che ha terminato il mandato (è stato sostanzialmente minato l’intero istituto della prescrizione, lo “statute of limitations”, nei confronti di politici ed ex politici). La sentenza verrà letta l’11 luglio e non è escluso che si assista alla vera e propria incarcerazione di Trump. Abbiamo già spiegato che si tratterebbe, per molti versi, di una messinscena, ma il suo effetto sarebbe deflagrante e andrebbe sommato alla maturazione dei nodi “caldi” della situazione internazionale (quello ucraino ci sembra attualmente il più importante), in una “convergenza delle crisi” che dovrebbe preludere allo smantellamento della Cricca e del deep state.