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La crisi mediorientale e l'azione dei Patrioti

www.theageofq.itJan 31, 2024, 10:45:17 AM
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Per fare il punto sull’ingarbugliata situazione israeliano-palestinese, con la crisi iniziata il 7 ottobre 2023 (nostri post su Telegram: https://t.me/QANON_IT/59402  e https://t.me/QANON_IT/59406), tiriamo come sempre in ballo Q, che ci ha lasciato preziose chiavi di lettura. È chiaro a tutti che quanto sta accadendo in Medio Oriente è uno snodo importante nell’ambito dello scontro mondiale tra globalisti e Patrioti, ma quali saranno le conseguenze?

L’idea che ci siamo fatti è la seguente: i globalisti sono quelli che, in genere, vengono lasciati muovere per primi, in modo da fargli sparare, ed esaurire, tutte le munizioni (questo concetto è stato espresso da Q numerose volte, in diversi contesti: Q#4885, Q#4622, Q#4612, Q#4511, Q#4333, Q#4283, Q#4136, Q#4101, Q#3646, Q#3165, Q#3113, Q#2553, Q#2115). Inoltre, i Patrioti conoscono le loro mosse in anticipo (Q#4738, Q#4722, Q#2368 e, soprattutto, Q#3596) e hanno, sapientemente e con pazienza, infiltrato le strutture fondamentali della controparte (la famosa strategia “infiltration instead of invasion”, cioè “infiltrare anziché invadere” – vedi ad es. Q#3997 – vale da entrambe le parti). In effetti, come abbiamo già rilevato, i Patrioti sapevano in anticipo di ben 5 anni dell’”invasione” di Hamas da parte di Israele (Q#2337) e sapevano che si sarebbe trattato di una “false flag” (vedi l’analisi fatta da Russell McGregor QUI e da noi tradotta QUI, anche se le nostre conclusioni sono diverse, per noi l’operazione è stata orchestrata dai globalisti per essere poi successivamente “deviata” dai Patrioti). Poi, però, ci sono stati eventi “strani”, come l’ammissione, da parte dello stesso Israele, dell’assenza di prove di un coinvolgimento dell’Iran (prevenendo così  un eventuale immediato allargamento del conflitto), il rinvio dell’operazione di terra a Gaza, il falso attacco all’ospedale di Gaza, con l’inganno che è stato svelato, tra gli altri, da un servizio dell’agenzia russa TASS.

La nostra convinzione è che i globalisti scatenino eventi terribili per perseguire i loro fini (cioè, essenzialmente, per ribaltare le sorti dello scontro in atto, incuranti del numero di vittime) e i Patrioti, tirando i fili giusti, li facciano accadere nel momento strategicamente più favorevole e ne indirizzino magnitudine e conseguenze in tutt’altra direzione.

Dove potrebbe quindi condurre la crisi israelo-palestinese? Qui si possono fare le ipotesi più disparate: le operazioni militari potrebbero, come è già avvenuto altre volte, coprire operazioni di “pulizia profonda” nei confronti del deep state dell’area, si potrebbe avviare un processo di soluzione dell’annosa “questione palestinese”, Israele potrebbe uscire definitivamente dalle grinfie dei globalisti (il che indicherebbe che siamo nelle fasi finali del Piano, come da Q#916), l’operazione di terra a Gaza potrebbe far entrare in gioco direttamente la Russia, il mondo potrebbe essere sottoposto ad un forte shock/spavento che favorisca il risveglio della popolazione, ecc.

L’unica cosa da ricordare, anche “se le luci dovessero spegnersi”, è che i Patrioti hanno il controllo (Q#64).

Altre conseguenze del discorso fatto finora: il conflitto in Israele potrebbe portare ad un esaurimento dell'interesse verso il conflitto ucraino (con abbandono del campo di battaglia da parte occidentale e conseguente capitolazione del regime di Zelensky), ma potrebbe anche condurre al finanziamento americano di entrambi i conflitti. La qual cosa potrebbe a sua volta accelerare, ad esempio, al default americano sul debito. E ancora: perché l’ala sinistra dei Democratici americani, quella più funzionale al deep state, ha inscenato una protesta all'interno del Congresso per arrivare al cessate-il-fuoco in Israele? È  solo fumo negli occhi oppure la piega che gli eventi stanno prendendo fa davvero paura ai globalisti? Come influirà sulla guerra e sui finanziamenti alla stessa la vicenda dell'elezione dello Speaker of the House? La mancata elezione di Jim Jordan potrebbe, ad esempio, portare all’ampliamento dei poteri dello Speaker pro-tempore McHenry, che sembra essere un "trumpiano" di ferro, mentre sullo sfondo rimane sempre aperta la possibilità di un’elezione dello stesso Trump alla terza carica dello Stato. Come vedete, numerose strade si intrecciano in una matassa apparentemente molto ingarbugliata, della quale i Patrioti hanno in mano il bandolo, che conduce alla strategia vincente.

23 ottobre 2023

 
 

AGGIORNAMENTO DEL 28 DICEMBRE 2023

Il 27 dicembre il Generale Flynn, intervistato da Alex Jones, ha confermato ciò che è stato evidente da subito, cioè che l'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre scorso è stata una false flag realizzata con la complicità degli israeliani (video con sottotitoli in italiano)

 

LINK: https://www.minds.com/newsfeed/1587211943033180179

 


 

AGGIORNAMENTO DEL 31 GENNAIO 2024

Riallacciandoci a quanto abbiamo ultimamente scritto sul Medio Oriente e sulla situazione internazionale in generale, stante la necessità per la Cricca (Cabala) e il deep state di scatenare il caos e la terza guerra mondiale cinetica per tentare di aprirsi una via di fuga, siamo dell’idea che l’attacco del 28 gennaio ai soldati americani di stanza in Giordania, per il quale l’Iran ha negato ogni responsabilità, sia una false flag, cioè un attacco sotto falsa bandiera, volto a far precipitare gli eventi e scatenare una risposta militare. Se è vero che l’attacco è stato rivendicato dalla Resistenza Islamica in Iraq, milizie legate allo Stato Iraniano, è anche vero che il gioco delle infiltrazioni dei gruppi terroristici e paramilitari nell’area da parte delle agenzie di intelligence occidentali è complesso e profondo.

Nel caso dell’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, è oggi facile riconoscere, per chi abbia la volontà di farlo, la complicità degli stessi israeliani, che hanno potuto così creare un casus belli conforme ai loro interessi. Questo recentissimo precedente (oltre ai molti altri che la storia contemporanea ci propone) ci autorizza a pensare, per analogia, che l’attacco del 28 gennaio abbia natura e finalità simili, stavolta con gli USA protagonisti. L'altra possibilità è che i soldati americani vengano lasciati in quelle zone per fare da facili bersagli, in modo da avere sempre a portata di mano il pretesto per la guerra, che fa lo stesso. Subito, infatti, si sono levate a Washington le voci di chi, tra i neoconservatori del deep state, chiedeva la guerra con l'Iran: in prima fila abbiamo visto il Senatore Lindsay Graham e la candidata alle primarie repubblicane Nikki Haley.

Sappiamo che i tentativi di scatenare il caos mondiale da parte della Cricca continueranno fino alla sua sconfitta definitiva e sappiamo che i patrioti hanno la situazione sotto controllo: la loro strategia, come abbiamo già detto, ci sembra quella di contenere (leggi: controllare) le crisi e di sfruttarle per ripulire certi ambiti e certe aree dai nemici. Ma ci è stato anche detto che non tutto sarà liscio e pulito (Q#521) e si potrebbe arrivare, è solo un’ipotesi (non soltanto nostra), al massimo stato di allerta nucleare dell’esercito americano, quello di DEFCON 1 (che Q nomina diverse volte, come in Q#520, Q#534 e Q#568), con i relativi effetti sulla psicologia delle masse. Effetti di shock e terrore, ma anche di risveglio.

 

 

AGGIORNAMENTO DEL 6 MARZO 2024

Secondo l'analista militare Scott Ritter, la situazione sul campo non sarebbe favorevole all'esercito israeliano, contrariamente a quanto dipinto dai media occidentali (LINK). Soprattutto Hezbollah starebbe dimostrando una certa superiorità militare e il morale nell'esercito israeliano, che una volta era abituato a dominare questi conflitti con relativa facilità, sarebbe molto basso, tanto che si starebbe già pensando, a livello politico, al dopo-Netanyahu e alla cessazione delle ostilità.
Si starebbero quindi aprendo scenari per una soluzione della questione palestinese, con la creazione di uno Stato indipendente. In questo senso, a livello diplomatico, starebbe lavorando la Russia, che starebbe spingendo le diverse componenti politiche palestinesi, cioè l'OLP e Hamas (che, lo ricordiamo, era nato con i buoni uffici di Israele proprio per dividere i palestinesi al loro interno), verso l'unità e il cambiamento di nome, una sorta di "rebranding" per indorare la pillola ai filo-sionisti.

N.B.: esiste la possibilità che i "Wagner", e quindi i russi, stiano fornendo supporto ad Hezbollah (LINK). Se questo elemento fosse confermato, farebbe ulteriore chiarezza sulla natura del conflitto in corso e sgombrerebbe gli equivoci sul ruolo dei Patrioti nell'ambito dello stesso.

 

 

AGGIORNAMENTO DEL 21 APRILE 2024

 Il 2 aprile, un attacco israeliano effettuato con aerei F-35 ha portato alla distruzione del consolato iraniano a Damasco, in Siria, e all’uccisione di 2 generali e 5 ufficiali delle forze armate dell’Iran. Secondo l’analista militare americano Scott Ritter, si trattava di generali e ufficiali molto importanti nella gestione delle attuali alleanze e campagne militari iraniani, un duro colpo per le forze armate del Paese.

Nella notte tra il 13 e il 14 aprile, l’Iran ha risposto lanciando 301 tra droni, missili cruise e missili balistici verso Israele. Abbiamo descritto i risultati dell’attacco in un nostro post su Telegram, in cui abbiamo riassunto le parole dello stesso Scott Ritter:

L’analista militare americano Scott Ritter ha fatto il punto sull’attacco iraniano alla base aerea israeliana di Nevatim, avvenuto nel contesto del più ampio attacco del 14 aprile.

- Gli iraniani affermano di aver colpito Nevatim con 5-7 missili, gli israeliani ammettono che “alcuni missili” hanno colpito la base.

- L’Iran non voleva dare un colpo da KO, ma piuttosto dimostrare le proprie capacità a scopo deterrente.

- Nevatim è difesa dallo scudo antimissile integrato più avanzato del mondo, che include i sistemi: Arrow 2, David’s Sling, THAAD, Patriot 3 con il radar di sorveglianza e puntamento AN/TPY 2 X-band.

- Nonostante questo, 5-7 missili hanno colpito la base. Gli israeliani hanno riconosciuto che sono stati colpiti 3 magazzini e 2 piste.

- Qualsiasi esperto si accorgerebbe dalle immagini che sono stati colpiti dei centri di massa, chiara indicazione di precisione nella guida.

- 5-7 missili hanno colpito il sito più difeso del mondo, sconfiggendo un sistema di difesa integrato contro i missili balistici, progettato proprio per neutralizzare quei missili che non è riuscito ad abbattere

- Se l’Iran avesse lanciato 30 missili contro Nevatim, la base sarebbe inutilizzabile. Lo sanno gli israeliani e lo sanno gli americani. Questo è il motivo per cui l’Iran ha ottenuto la deterrenza strategica nei confronti di Israele, che era l’intero scopo dell’operazione.

A questo punto, l’Iran sembrava avere il coltello dalla parte del manico, potendo colpire Israele in modo pi efficace rispetto alle possibilità dello stato ebraico, come ha efficacemente spiegato l’analista militare russo Vladislav Shurygin:

L'Iran ha utilizzato meno dell'1% di ciò che ha e Israele ha utilizzato l’80% di tutto ciò che aveva per difendersi, eppure tutti i missili ipersonici sono riusciti a sfondare.
L'Iran ha circa 10mila droni, dai 5 agli 8mila missili. Si tratta di un’enorme quantità di munizioni e se verranno utilizzate, sarà una guerra terribile, se non altro perché il territorio di Israele è molto piccolo. Se i razzi colpissero, ad esempio, gli impianti chimici, allora per il piccolo Israele, sarà un disastro.
In due giorni è del tutto possibile per l’Iran lanciare sei o sette ondate, che saranno diverse migliaia tra missili e droni.

Ma il modo di agire della classe dirigente di Israele, legata a doppio filo alle necessità della Cricca globalista, in genere non consente di accettare che uno Stato nell’area mediorientale possa prevalere militarmente, neanche a livello potenziale. È quindi possibile che Israele abbia avuto la tentazione di portare l’azione militare a un livello a cui l’Iran non avrebbe potuto rispondere. L’ottimo giornalista Pepe Escobar ha fornito, in un tweet, la versione di ciò che potrebbe essere accaduto nelle ore e nei giorni successivi alla risposta iraniana. La fonte è degna della massima attenzione (nota: di fronte alle obiezioni di Scott Ritter, il giornalista ha confermato la propria versione e l'attendibilità delle proprie fonti. Successivamente, Pepe Escobar ha affermato di aver ottenuto due conferme da due fonti diverse, provenienti da due diversi Paesi asiatici e di stare lavorando per una terza conferma).

ESCLUSIVO – LA VERA STORIA DELLA CONTRORISPOSTA ISRAELIANA. Da una fonte di intelligence di altissimo livello in Asia, NON dalla Russia o dalla Cina, sebbene la partnership strategica, ovviamente, effettui scambi di informazioni al massimo livello 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Confermata e riconfermata. […] Israele inizialmente ha scelto di rispondere con forza estrema. Un F-35 armato di una bomba nucleare è stato mandato a est verso la Giordania. La missione: causare una detonazione ad alta quota sull'Iran che avrebbe provocato un sovraccarico delle linee elettriche ad alta capacità, paralizzando la rete elettrica iraniana e disabilitando tutti i dispositivi elettronici. Un attacco EMP. Tuttavia, mentre l'F-35 israeliano stava lasciando lo spazio aereo giordano è stato abbattuto dall'aeronautica russa. Quindi, la versione pubblicizzata della controrisposta israeliana è stata una vera farsa. Alla fine, tutte le parti hanno deciso di non rendere pubblica la verità per allentare l’escalation di quella che avrebbe potuto trasformarsi nella Terza Guerra Mondiale.

Col passare dei giorni, Pepe Escobar ha continuato a mantenere la propria versione, ritenendo credibile la storia, mentre Scott Ritter la giudica impossibile dal punto di vista strettamente tecnico. Dalle stesse parole di Ritter si può però dedurre che, se la storia fosse stata semplicemente mal riportata e al posto di un F-35 fosse stato utilizzato, ad esempio, un F-15, allora le obiezioni tecniche verrebbero a cadere. In ogni caso, essendo la fonte primaria "una grande potenza asiatica" (non rivelata dal giornalista), il fatto stesso che la notizia sia stata divulgata fa pensare, quanto meno, a un gioco psicologico che vede al centro le armi atomiche, cosa che ci riporta alla volontà della feccia globalista ormai all’angolo di scatenare un massacro mondiale, al solo scopo di ribaltare il tavolo della partita che sta perdendo. Tutto questo caos nella situazione mediorientale potrebbe preludere alla fase, preannunciata da Q, che dovrebbe portare a un profondo cambiamento nella stessa essenza politica di Israele e, aggiungiamo noi, forse alla formazione di uno Stato palestinese. Quanto ora descritto sarebbe in pieno accordo con la strategia dei Patrioti basata sul contenere e ripulire.
Aggiungiamo che lo spauracchio atomico risulta particolarmente credibile, vista la dottrina nucleare israeliana, che prevede un uso piuttosto disinvolto delle armi atomiche in caso di difficoltà militari, la cosiddetta "Opzione Sansone" ("Muoia Sansone con tutti i Filistei", avete presente?). È infatti un segreto di Pulcinella il fatto, mai reso ufficiale, che Israele abbia a disposizione un vasto arsenale nucleare (con stime che arrivano a ipotizzare fino a 400 testate), che le forze armate erano pronte a utilizzare già nel 1967, a scopo dimostrativo, nell'ambito della guerra dei Sei Giorni (fu proprio la breve durata del conflitto a impedire l'attuazione del progetto) e nel 1973, di fronte alle difficoltà riscontrate nella guerra dello Yom Kippur (l'aiuto militare da parte degli USA, garantito dal Presidente Nixon, scongiurò la minaccia: erano pronte 13 testate).
Questo quadro terrificante, unito unito alla tendenza della leadership israeliana al genocidio, ci fa comprendere quanto sia importante, per i Patrioti, disinnescare l'ordigno-Israele e, nel farlo, utilizzare la massima cautela.

 

 

AGGIORNAMENTO DEL 6 MAGGIO 2024

 In un’intervista a Time Magazine di fine aprile, Trump ha affermato, facendo eco alle parole dette a dicembre dal generale Flynn, che Israele aveva tutti i mezzi tecnici e tutte le possibili fonti di intelligence per prevenire l’attacco di Hamas del 7 ottobre, alludendo quindi alla complicità di Netanyahu e della sua cerchia nello stesso. Si tratta forse della più importante conferma che si è trattato di una false flag, come affermato da noi e da molti altri analisti immediatamente dopo l’attacco, anche sulla scorta del drop di Q numero #2337, che sembra aver anticipato di 5 anni il mancato intervento dei servizi di intelligence israeliani.

Per quanto riguarda le proteste nei campus universitari americani contro l’intervento israeliano a Gaza, bisogna rilevare il fatto importante, emerso con chiarezza, che il movimento non è spontaneo, ma è finanziato largamente dalla cricca globalista (sono emersi chiaramente, sulla stessa stampa “ufficiale”, i nomi di Soros, Rockefeller, Gates, Pritzker: tutti finanziatori della campagna di Joe Biden. Altra questione che giustamente Clandestine si pone: perché la stampa lo sta ammettendo? Fonti: link 1, link 2, link 3, link 4, link 5). A nostro avviso, potrebbe essere un tentativo di costituire nuove milizie paramilitari (le nuove “camicie brune”, di cui parliamo nel nostro articolo “Il neonazismo dei Democratici americani”) per creare caos nelle aree urbane prima delle elezioni presidenziali di novembre. Potrebbe trattarsi di un segnale che i gruppi Antifa e BLM sono stati, in qualche modo, neutralizzati e quindi il deep state ha bisogno di reclutare ex novo le sue truppe irregolari?

 

AGGIORNAMENTO DEL 30 MAGGIO 2024

 Come abbiamo già detto, la nuova crisi tra israeliani e palestinesi aveva (e ha tuttora) lo scopo primario, perseguito dalla Cricca, di far scoppiare la terza guerra mondiale “cinetica”. In subordine, l’altro obiettivo (che è anche un mezzo per raggiungere il primo scopo) è quello di liberare il paese dalla presenza dei palestinesi per mezzo di una vera e propria pulizia etnica. La strategia del governo Netanyahu sta però dando frutti di segno opposto: sapendo che l’orribile strage di civili palestinesi risulta tollerabile solo perché si tratta, come sempre, della strada con il numero di vittime più basso possibile, i Patrioti stanno spingendo l’operazione verso il risultato di un crescente isolamento internazionale di Israele, sostenuto ormai solo dalle frange occidentali più corrotte dal sionismo. Un breve elenco di eventi, non in ordine cronologico:

- Il procuratore della Corte Penale Internazionale ha chiesto che venga emesso un mandato di arresto nei confronti di Benjamin Netanyahu (insieme al ministro della Difesa israeliano Gallant e a tre capi di Hamas) per crimini di guerra: oltre al danno di immagine, diventa anche un problema pratico, dato che diversi paesi, anche occidentali (tra cui Francia e Germania), hanno espresso l’intenzione di onorare il mandato qualora il Primo Ministro israeliano si recasse negli stessi. Nota a margine: diversi capi di stato si sarebbero rivolti al procuratore Karim Khan dicendogli con arroganza che “la CPI è stata creata per l’Africa e per teppisti come Putin e non per processare l’Occidente e i suoi alleati”. In questo caso, quindi, parrebbe che un’istituzione sovranazionale globalista sia sfuggita di mano ai suoi creatori. Altra nota a margine: Netanyahu ha affermato che accusarlo di crimini a Gaza sarebbe come accusare Bush dell’11 Settembre. Alle nostre orecchie, l’affermazione suona come una minaccia verso i suoi alleati globalisti americani: se lasciate che mi arrestino, facciamo in modo di rendere pubblico tutto quello che sappiamo sull’11 Settembre...

- La Turchia, che rappresenta un hub importantissimo per le merci dirette verso lo Stato Ebraico, ha interrotto le relazioni commerciali con Israele.

- Il Messico si è unito al Sudafrica nella denuncia di Israele alla Corte Internazionale di Giustizia per genocidio,mentre il Brasile ha richiamato il proprio ambasciatore da Tel Aviv.

- Al di là del sostegno a Israele dato per ragioni strategiche (“Le apparenze sono molto importanti”, Q#3177), i Patrioti americani, per bocca del generale Flynn e di Trump, hanno lasciato chiaramente intendere che l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso è stato “assecondato” da Israele (vedi aggiornamenti precedenti).

- Spagna, Irlanda e Norvegia hanno riconosciuto la Palestina come stato indipendente.

- L’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato una risoluzione che sostiene l’adesione della Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. I 143 voti a favore, i 9 contrari e le 25 astensioni ci danno la misura del crescente isolamento israeliano nel mondo.

- L’Arabia Saudita si è espressa a favore della creazione di uno stato palestinese.

- Uno scontro a fuoco tra militari egiziani ed israeliani ha causato la morte di 4 soldati del paese nordafricano. Motivo reale del contendere è il controllo del Philadelphi Corridor, la sottile lingua di terra che separa la zona palestinese dall’Egitto e che gli accordi del 1973 hanno assegnato a quest’ultimo, una stretta fascia che per Israele è essenziale nell’ambito delle attuali operazioni militari. L’incidente potrebbe spostare la posizione politica dell’Egitto da una neutralità compiacente verso le azioni israeliane a un sostegno ai palestinesi.

La debacle diplomatica politica ed economica, come prevedibile, sta facendo crescere i malumori interni e alimentando le fronde contro il governo Netanyahu, che alla lunga rischia di essere messo in minoranza e rimosso. L’intera vicenda potrebbe concludersi, in modo imprevisto, con la definitiva creazione di uno stato palestinese e il ridimensionamento di Israele, che cesserebbe di essere una roccaforte armata funzionale alle politiche globaliste, con un gran beneficio per la pace nel mondo.

Si conferma la politica bifronte dei Democratici americani a nome della Cricca, che da una parte fomentano le manifestazioni filo-palestinesi per motivi di politica interna (di cui abbiamo detto nell'aggiornamento precedente), dall’altra finanziano la guerra di Israele.

Per quanto riguarda l’incidente di elicottero nel quale, il 19 maggio scorso, hanno perso la vita sia il Presidente che il Ministro degli Esteri dell’Iran, esiste un’ipotesi, non confermata ufficialmente, che possa essersi trattato di un attentato basato sull’alterazione dei dati altimetrici attraverso dispositivi elettronici (dal punto di vista tecnico si parla di “meaconing”, come affermato in questo video al minuto 28:30). Se così fosse andata, sarebbe stato certamente per mano israeliana e confermerebbe che alla Cricca non rimane che il terrorismo: si tratta infatti di morti inutili, di intimidazioni che non muteranno di una virgola l’andamento delle tendenze internazionali.

 

AGGIORNAMENTO DEL 21 GIUGNO 2024

 Secondo il colonnello Douglas MacGregor, Israele non sarebbe in grado di sconfiggere e sradicare Hamas. In effetti, le forze di difesa israeliane (IDF) hanno dichiarato, tramite il loro portavoce Hagari, che Hamas non può essere sconfitto, suscitando le ire di Netanyahu. Le perdite nell’esercito israeliano, benché non dichiarate, sarebbero piuttosto ingenti, vista la necessità di creare una nuova divisione di riservisti. Secondo MacGregor, proprio per aggirare queste difficoltà e ottenere una vittoria strategica, Israele si starebbe preparando allo scontro con Hezbollah in Libano. Ma, da un punto di vista militare, Hezbollah rappresenta un osso molto più duro rispetto a Hamas, oltre ad avere l’appoggio aperto dell’Iran, che potrebbe quindi essere trascinato direttamente nello scontro (e che fa parte dei BRICS e avrebbe il probabile appoggio della Russia). Una vittoria contro Hezbollah sarebbe molto difficile da raggiungere, se non impossibile, senza un massiccio appoggio americano. Inoltre, la Grecia ha concesso l’uso della propria base a Cipro per gli attacchi degli aerei israeliani contro il territorio libanese, ma la metà dell’isola di Cipro è controllata dalla Turchia, che sarebbe certo contraria agli attacchi e potrebbe essere quindi coinvolta nello scontro. MacGregor accenna anche alla tentazione che Israele potrebbe avere riguardo l’uso di armi nucleari tattiche in Libano (abbiamo trattato l’argomento della dottrina nucleare israeliana in un aggiornamento precedente).

La nostra impressione è che Israele si stia spingendo (magari con qualche aiuto...) in una direzione che potrebbe portare lo stato ebraico ad una sconfitta storica, con conseguenze fatali per i destini del sionismo.

 

AGGIORNAMENTO DEL 4 LUGLIO 2024

 Secondo informazioni riportate dal colonnello Douglas MacGregor, Israele avrebbe riportato, nelle operazioni militari iniziate il 7 ottobre, circa 70.000 feriti gravi e almeno 5.000 morti (probabilmente anche di più). Sono cifre notevoli per una nazione che non arriva a 10 milioni di abitanti, che spiegano la necessità di formare una nuova divisione di riservisti (vedi aggiornamento precedente) e di coscrivere i giovani ultra-ortodossi. Tutto questo è avvenuto in seguito alla sola operazione nella striscia di Gaza e lascia presagire conseguenze molto più gravi se venissero aperte le piene ostilità nei confronti di Hezbollah nel sud del Libano, evento altamente probabile.

 

AGGIORNAMENTO DEL 22 LUGLIO 2024

Il 19 luglio, nel giorno del tilt globale dei sistemi informatici, gli Houthi dello Yemen hanno colpito, con un drone carico di esplosivo, un edificio di Tel Aviv a soli 100 metri dal consolato americano, beffando le “impenetrabili” (così vengono presentate dalla propaganda) difese aeree israeliane (link per approfondire sulla flotta di droni a disposizione degli Houthi). Per l’attacco, gli Houthi avrebbero utilizzato un drone di nuova generazione. Israele ha risposto il giorno dopo con il bombardamento del porto yemenita di Hodeida (Al-Hudaydah), provocando un grandissimo incendio di alcuni serbatoi di carburante, utile per massimizzare gli effetti propagandistici dell’azione. L’attacco non è stato approvato all’unanimità dal Gabinetto di Guerra israeliano, segno forse della consapevolezza di alcuni membri che lo stato ebraico non può più permettersi di subordinare esigenze strettamente militari all'immagine mediatica. Per reazione, gli Houthi hanno dichiarato di avere l’intenzione di sostenere una lunga guerra contro Israele, con attacchi di ritorsione a sorpresa.

Così per Israele si è aperto un nuovo fronte di guerra, dopo quello di Gaza e quello nel Sud del Libano, per tacere della situazione con l’Iran, ancora “quiescente”. Ciò che più colpisce è la capacita di un altro attore dell’area mediorientale di penetrare con relativa facilità le difese aeree israeliane: si tratta dell’ennesima riproposizione dell’eterna lotta tra corazza e proiettile, in cui alla fine la spunta sempre quest’ultimo. Da questo punto di vista Israele, di fronte alla vastissima disponibilità di missili e droni dei suoi nemici in Medio Oriente, ha già perso, dato che basa gran parte del sostegno della propria popolazione alle sue azioni militari sulla presunta impenetrabilità dell'“iron dome”.

Sembra chiaro che dietro la tecnologia dei missili ipersonici (e probabilmente dietro quella dei droni) a disposizione dell’Iran e degli Houthi (non è chiaro se, ed eventualmente in che misura, anche di Hezbollah), mentre addirittura gli USA non sono ancora riusciti a svilupparla pienamente, ci sia l’aiuto tecnologico diretto dei russi, il che indica chiaramente l’impostazione del piano militare dei Patrioti in senso anti-sionista. Gli Houthi avrebbero addirittura, grazie a questi missili, messo fuori combattimento la portaerei americana Eisenhower inviata nel Mar Rosso, nonostante le ovvie smentite da parte USA. Di fronte alle nuove tecnologie missilistiche, le portaerei e le flotte di navi da guerra in generale sono residui del passato. L’intelligence americana si è detta preoccupata del fatto che la Russia possa fornire agli Houti missili ipersonici anti-nave avanzati in risposta al coinvolgimento americano nella guerra in Ucraina.

Israele non è riuscito ad avere la meglio su Hamas nella Striscia di Gaza, riportando perdite significative, ha dovuto cedere una striscia di 10 km a nord del paese che ora è diventata una zona-cuscinetto con Hezbollah e ha sperimentato l’inadeguatezza della propria costosissima difesa aerea, sia nei confronti dell’Iran che degli Houti. Dal punto di vista militare, Israele è nei guai fino al collo.

 

AGGIORNAMENTO DEL 25 LUGLIO 2024

Il 24 luglio, nel menzionare il suo incontro con Netanyahu previsto per il giorno successivo, Trump ha pubblicato su Truth Social una lettera amichevole speditagli dal presidente palestinese Abbas il 14 luglio, il giorno dopo l'attentato. Trump aveva affermato in precedenza , in seguito a un incontro con il leader palestinese, che Abbas era quasi come un padre e che inizialmente pensava che “gli israeliani avrebbero fatto qualsiasi cosa per raggiungere la pace e un accordo” e che l'ostacolo venisse dai palestinesi, ma poi ha "scoperto che non era vero”. Questo fatto rafforza la nostra convinzione che la vera posizione dei Patrioti sul Medio Oriente sia contro il sionismo e a favore della convivenza pacifica nella regione, con tanto di varo definitivo di uno stato palestinese. Nello stesso senso interpretiamo la citazione che Trump fa di un passaggio del discorso di Netanyahu al Congresso, il cui senso è ben riassunto da un post di @austerrewyatt1 su X, ripostato anche da Liz Crokin: "Con un post su Truth, il presidente Trump fa sapere alla Cricca che sa benissimo quale sarà il loro programma. Netanyahu sta dicendo che intendono iniziare la Terza Guerra Mondiale annientando l’Iran. L’unico modo in cui ciò possa accadere, leggendo tra le righe il messaggio di Netanyahu, è con il presidente Trump fuori dai giochi. Netanyahu non sta avvertendo l'Iran di non assassinare il presidente Trump, bensì sta dicendo al mondo che il piano è eliminare il presidente Trump e l’Iran allo stesso tempo. Ricordate cosa ha detto Q riguardo al fatto che si tengono Israele per ultimo. . . Penso che queste minacce si ritorceranno contro il governo israeliano. Netanyahu sta solo perseguendo il suo vero obiettivo: usare gli Stati Uniti per eliminare i suoi nemici, anche se questo significa eliminare Trump per ottenerne sostegno. Il che ricorda altri eventi della storia recente."

 

AGGIORNAMENTO DEL 01 AGOSTO 2024

Come prevedibile, la situazione in Medio Oriente è sull'orlo di un vasto conflitto regionale. L'escalation è stata piuttosto rapida: nel giro di una settimana scarsa, siamo partiti da un bombardamento di Hezbollah in territorio siriano occupato da Israele, che ha ucciso diversi civili (più probabilmente, si  trattato di un razzo della contraerea israeliana) alla risposta di Israele, che ha bombardato Beirut e ha ucciso, con un missile (o, secondo altre ipotesi, con dell'esplosivo piazzato mesi prima), il leader di Hamas Ismail Haniyeh, ospite a Teheran. Ora sembra che Israele stia per essere attaccato congiuntamente dall'Iran, da Hezbollah, dagli Houthi yemeniti e da altri loro alleati nella regione. Stiamo per assistere a un conflitto che porterà alla fine del sionismo? Q inteneva questo quando diceva che si sarebbero tenuti Israele per ultimo? Le risposte ce le daranno i fatti.

 

AGGIORNAMENTO DEL 15 AGOSTO 2024

Le vicende del Medio Oriente sono, come al solito, molto complesse. Quella che sembrava l'inevitabile risposta iraniana all'uccisione del leader di Hamas Haniyeh in piena Teheran, si è andata via via sgonfiando, mentre sulla sfondo si muovevano gli USA, che rafforzavano la loro già significativa presenza nell'area a fianco di Israele, e la Russia, che forniva armanenti sofisticati (tra cui i sistemi di difesa aerea S-400) agli iraniani. Però la risposta militare continuava a tardare e si poteva ipotizzare che dietro le quinte si stessero muovendo le diplomazie. Negli ultimi giorni è divenuto evidente che Teheran, nonostante i proclami iniziali, non avrebbe risposto. Ci sembrava strana una rinuncia totale da parte iraniana, che poteva apparire come una palese dimostrazione di debolezza, aprendo la strada a nuove azioni militari ostili e lasciando il paese in una posizione negoziale svantaggiosa. Ieri è emersa una notizia che riteniamo plausibile e che spiegherebbe il nuovo atteggiamento: una delegazione americana, con la mediazione dell'Oman, avrebbe consegnato all'Iran i nomi di 10 agenti del Mossad attivi sul territorio iraniano e responsabili dell'omicidio di Haniyeh. I conti ora forse tornano.

 

AGGIORNAMENTO DEL 19 AGOSTO 2024

Alcune figure prominenti del movimento dei Patrioti americani, parliamo di Candace Owens e di Liz Crokin (come in ogni rivoluzione che si rispetti, la componente femminile ha un ruolo fondamentale anche nel Grande Risveglio), hanno iniziato a puntare il dito contro Israele e il sionismo come espressioni dirette della politica della Cricca, sottolineando le differenze tra ebraismo e sionismo. Anche se le parole di Trump e di molti leader MAGA sono a supporto di Israele (come dice Q, "le apparenze sono importanti", specie in periodo elettorale), abbiamo sempre più conferme che il piano dei Patrioti prevede la liquidazione del sionismo e la pacificazione del Medio Oriente. Di seguito, il link a uno Spazio di Candace Owens su X, ascoltato da un milione di persone, in cui si è parlato apertamente dei crimini sionisti. https://x.com/i/spaces/1djGXrzkjgkxZ

Successivamente, Candace Owens ha accusato, in diretta televisiva, il rabbino Shmuley di appartenere a una corrente estremistica e razzista dell'ebraismo. Di seguito il link al video, sottotitolato in italiano. https://rumble.com/v5dsr51-candace-owens-contro-il-razzismo-sottotitoli-in-italiano.html

 

AGGIORNAMENTO DEL 18 SETTEMBRE 2024

Attacco senza precedenti di Israele nei confronti dei membri di Hezbollah: i militari (Mossad?) hanno fatto esplodere i cercapersone degli appartenenti all'organizzazione islamica, dopo aver fatto in modo, evidentemente, che vi fosse impiantato dell'esplosivo all'origine. L'azione, del tutto imprevedibile, ha provocato almeno 4000 feriti, di cui 400 gravi, e 11 morti. Questa mossa priva Hezbollah di una parte consistente delle sue forze e limita fortemente, almeno nel breve periodo, le capacità di mobilitazione degli elementi restanti, che si basavano molto appunto sull'uso dei cercapersone. Si tratta, per Hezbollah, di un duro colpo, riguardo al quale non vi sono stati, per ora, pronunciamenti da parte della leadership. Secondo fonti di intelligence, Israele sarebbe stato "costretto" ad anticipare le esplosioni, che venivano tenute in serbo nel caso di inizio di un vasto conflitto per ottenere la superiorità strategica, dal momento che due membri di Hezbollah si sarebbero accorti della manomissione dei cercapersone. La Russia ha condannato fermamente l'attacco, definendolo un atto terroristico e dichiarando che gli autori cercano di scatenare un conflitto su vasta scala. Ricordiamo, anche a noi stessi, che la strategia dei Patrioti tende il più possibile a contenere  le crisi, cercando di sfruttarle per ripulire certi ambiti e certe aree dai nemici. Contenere e ripulire.

 

AGGIORNAMENTO DEL 19 SETTEMBRE 2024

18 settembre: seconda ondata di esplosioni in Libano tra i membri di Hezbollah a distanza di un giorno. Stavolta si tratta di walkie-talkie. Un primo bilancio parla di 9 morti e 300 feriti. Da un post di Laura Ru: "Nuove esplosioni sono state segnalate in numerose aree del Libano, in quanto dei ricevitori radio (walkie-talkie), apparentemente degli ICOM V82, sono detonati. Le esplosioni hanno causato enormi incendi in auto, moto, appartamenti e negozi in tutto il Libano. Un dispositivo è addirittura esploso durante un corteo funebre per una persona uccisa dall'esplosione di un cercapersone martedì. Fonti della sicurezza hanno spiegato ad Al Mayadeen che il materiale utilizzato in questa operazione terroristica potrebbe bypassare tutte le apparecchiature di scansione disponibili nei paesi e negli aeroporti di tutto il mondo, poiché il materiale esplosivo non è rilevabile. In altre parole, il materiale esplosivo è "progettato appositamente per questa missione". Contrariamente alle ipotesi iniziali, non sono state le batterie dei cercapersone a causare le esplosioni, ma è il litio in esse contenuto a causare la detonazione. L'esplosione è stata innescata tramite una tecnologia avanzata, che ha trasmesso un messaggio che attivava gli esplosivi. Si è notato che le unità di cercapersone che erano state spente o situate in aree senza copertura non sono esplose, così come i vecchi modelli. Le fonti hanno spiegato che i cercapersone erano stati "manomessi all'origine tramite le loro unità IC (Integrated Circuit)", dove era contenuto il materiale esplosivo."

 

AGGIORNAMENTO DEL 26 SETTEMBRE 2024

Dopo gli attacchi terroristici contro i membri di Hezbollah attraverso l'esplosione dei cercapersone e dei walkie-talkie, la leadership isreaeliana sta cercando di capitalizzare l'eventuale vantaggio strategico derivante dai suddetti attacchi. Il tentativo è quello di scatenare la guerra totale nella regione (contando poi sull'aiuto americano), ora attraverso continui bombardamenti nel sud del Libano. Il calcolo potrebbe rivelarsi sbagliato.

Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno iniziato la mobilitazione dei riservisti in vista di possibili operazioni di terra nel sud del Libano. Secondo Mario Nawfal, il bombardamento delle infrastrutture libanesi da parte delle forze israeliane segnerebbe l'inizio della guerra totale tra Israele ed Hezbollah, con serie possibilità di regionalizzazione del conflitto. Sempre secondo il commentatore, gli israeliani potrebbero farsi "tentare" dal fatto che la risposta di Hezbollah all'ultima serie di attacchi appare inadeguata.

 

AGGIORNAMENTO DEL 29 SETTEMBRE 2024

L'uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in un bombardamento mirato da parte delle forze israeliane, apre molti interrogativi. L'ingarbugliata matassa del Medio Oriente, per noi semplici osservatori esterni, è assai ardua da dipanare, così come, al momento, è difficile stabilire quali fili di questa matassa siano nelle mani dei Patrioti e quali di questi fili stiano tirando. Per aiutarci, dobbiamo ipotizzare, e qui forse il "gioco" risulta più facile, quelli che sono gli obiettivi finali del Piano dei Patrioti per l'area: non solo la sconfitta del sionismo, con la sua ferocia militare così funzionale agli interessi della Cricca, il suo razzismo e le sue pulizie etniche, ma anche il depotenziamento di quella grande rete militare anti-israeliana che tante forze ha fornito alle milizie del deep state, che era tutelata dall'Amministrazione Obama e che combatte con l'uso di metodi terroristici. La Cricca finanzia sempre entrambi i fronti delle guerre: questa lezione della storia non deve andare perduta (la regola non si applica alle attuali operazioni per lo smantellamento della Cricca, ovviamente). Di conseguenza, il deep state agisce all'interno di tutte le nazioni e quella che si sta combattendo, anche se a volte può assumere l'aspetto di una guerra tra nazioni, è in realtà una guerra tra Patrioti e globalisti che si combatte soprattutto all'interno delle singole nazioni. Ricordiamo inoltre che il terrorismo fa parte delle tecniche della guerra di "quarta generazione" e che lo stesso generale Flynn ha sottolineato, in un tweet che rimanda a un articolo approfondito sulla questione, la propensione di Nasrallah al terrorismo, oltre alla sua scarsezza come capo militare. Come la vicenda Soleimani insegna, è possibile che la leadership iraniana sia segretamente coinvolta in processo di pacificazione dell'area ordito dai Patrioti (ne sia prova l'ingresso dell'Iran nei BRICS avvenuto, guarda caso, successivamente all'assassinio del generale ordinato da Trump). Il fatto che, a parte le parole bellicose, non vi siano state sostanziali reazioni all'uccisione del leader di Hamas a Teheran lo scorso 30 luglio, potrebbe essere indice di un segreto consenso. Così, anche questa volta, dalla risposta militare iraniana (mettendo da parte le parole, che non contano nulla) capiremo in che senso leggere l'operazione che ha portato alla decapitazione della dirigenza di Hezbollah quasi per intero. Il fine ultimo dei Patrioti è quello della convivenza pacifica, cooperativa e costruttiva di tutti i popoli dell'area, ivi compresi ebrei e palestinesi, che avranno finalmente una loro terra. La strada per arrivarci è tortuosa, piena di ostacoli e irta di pericoli. "Non tutto sarà pulito" Q#521

 

AGGIORNAMENTO DEL 2 OTTOBRE 2024

Il primo ottobre l'Iran ha attaccato Tel Aviv con centinaia di missili balistici, in risposta all'eliminazione di buona parte della leadership di Hezbollah. Quasi inutili le tanto decantate difese aeree israeliane, anche se l'Iran avrebbe utilizzato, accanto ai missili ipersonici, missili balistici di vecchia concezione, preservando i nuovi per possibili azioni successive. Sarebbero stati colpiti esclusivamente obiettivi militari, senza vittime civili, segno della precisione dell'operazione. Secondo fonti iraniane, tra l'80 e il 90% dei missili lanciati avrebbe raggiunto l'obiettivo. Data la cortina fumogena della propaganda, è impossibile avere, ad oggi, una stima precisa dei danni provocati dall'attacco, che, secondo fonti iraniane, dovrebbero essere ingenti. Gli USA stanno mandando squadroni di aerei (gli invii erano già previsti), ma sembrano frenare sull'escalation. La dirigenza iraniana ha affermato, da parte sua, di non essere in guerra con Israele e che l'attacco missilistico per loro chiude la questione, a meno che non ci siano altre contro-risposte da parte israeliana. Riguardo all'ipotesi, puramente speculativa, da noi avanzata nel precedente aggiornamento, cioè che possano esserci accordi segreti tra Patrioti iraniani e israeliani su alcuni obiettivi delle operazioni militari dei due paesi, atte a sradicare sia la componente sionista israeliana che quella terroristica legata all'apparato militare iraniano (il che implicherebbe che i Patrioti controllano almento una parte delle forze israeliane, oltre al grosso di quelle iraniane), secondo noi essa ancora non decade di fronte a questi ultimi eventi, nonostante la spettacolarità e l'efficacia, anche propagandistica, dell'attacco. Per avere un'idea precisa delle dinamiche in corso, bisognerà giudicare i movimenti successivi di tutti gli attori, che andranno valutati in un'ottica d'insieme.