8 GENNAIO
- Il profilo Twitter del presidente Trump è stato definitivamente sospeso. Ci troviamo nella condizione di RED1, prevista da Q#4414 nell'ambito del piano militare. Il fronte trasversale anti-Trump, cioè la faccia politica del deep state, mostra le sue velleità totalitarie: un'operazione di censura senza precedenti negli USA ha portato all'eliminazione, in 24 ore, di 4 milioni e mezzo di account di supporter del presidente, accusati di "terrorismo digitale". Innumerevoli altri account sono stati chiusi su Facebook e su altri social. Molti utenti sono stati quindi costretti a migrare su Parler e su altre piattaforme minori, come Gab, sulle quali viene comunque esercitata enorme pressione politica ed economica, affinché siano costrette ad applicare rigorose politiche di censura. Lo stesso Parler utilizza i server di Amazon, quindi prima o poi dovrà cedere al ricatto o verrà chiuso.
- Durante l'irruzione dei manifestanti nelle aule del Congresso, facilitata dalla polizia di Washington per creare un pretesto contro il presidente Trump, elementi dell'esercito si sono mescolati agli Antifa/BLM infiltrati e, approfittando del rapido allontanamento dei parlamentari per ragioni di sicurezza, si sono impossessati dei laptop di prominenti esponenti politici, tra cui Nancy Pelosi. L'operazione è stata confermata dal Generale McInerney (LINK). Il deep state è terrorizzato dalla possibile divulgazione del contenuto dei computer, evidentemente compromettente.
- In un video pubblicato con uno dei suoi ultimi tweet, Donald Trump ha affermato che non sarà presente all'inaugurazione del 20 gennaio: in effetti, aumentano le possibilità che un intervento di tipo militare, giustificato dalle palesi e determinanti ingerenze straniere nelle elezioni (con l'Italia in prima fila) faccia slittare la data dell'inaugurazione (che, in questo caso, sarebbe quella del secondo mandato di Trump).
10 GENNAIO
- Lunedì 11 gennaio il Congresso discuterà l'impeachment del presidente Trump per rimuoverlo dalla carica a nove giorni dal previsto insediamento del successore: l'intero iter dovrebbe chiudersi in giornata. Chiaramente, si tratta di una corsa contro il tempo, perché il deep state sa benissimo che ci sono delle manovre in corso per la sua liquidazione. Vedremo cosa accadrà.
- Amazon cesserà di ospitare Parler sui suoi server alle 23.59 di oggi (ora del Pacifico), momento dal quale la piattaforma social sarà offline per circa una settimana, essendo improvvisamente costretta a dotarsi di server propri. Gli account più seguiti del Q Movement sono già migrati su Gab (ne trovate QUI una lista con i rispettivi link). Visto l'enorme afflusso di nuovi utenti, il servizio di Gab è ancora un po' lento, ma il personale sta provvedendo ad aumentare il numero di server.
- Secondo voci provenienti da fonti affidabili (ma comunque da verificare), Apple starebbe per rilasciare negli USA una patch del sistema operativo che impedirà ai telefoni di ricevere i messaggi presidenziali di emergenza. Il 60% dei cellulari in America usa il sistema operativo della Apple. Altri sistemi militari di comunicazione di emergenza sono comunque attivi.
- Blackout in tutto il Pakistan il 9 gennaio: potrebbe trattarsi di un attacco coordinato alla rete elettrica.
11 GENNAIO
- La manovra per un impeachment ultrarapido del presidente Trump, o per la sua immediata rimozione in virtù del 25° Emendamento è fallita, la mozione di impeachment inizierà ad essere discussa mercoledì ma, a quanto pare, non ci sarebbero i tempi tecnici per rimuovere Trump prima del 20 gennaio, giorno di scadenza del suo primo mandato.
- Amazon ha cessato di fornire i server necessari al funzionamento della piattaforma social "Parler", che infatti al momento è offline. Si tratta di una forma di censura senza precedenti, che vede la collaborazione di tutti i colossi tecnologici americani.
- Nella giornata di ieri hanno iniziato a diffondersi a macchia d'olio le voci più disparate su operazioni militari avvenute, in programma o in corso. Non ve ne riporteremo nemmeno una, a meno che non sia ampiamente verificata o non provenga da fonti particolarmente attendibili. Siamo entrati in una fase molto confusa, in cui prevalgono disinformazione e depistaggi, affinché le vere operazioni militari (parliamo di quelle contro il deep state, ovviamente) possano continuare a godere dell'effetto sorpresa.
- È stato finalmente utilizzato, nei confronti di individui ed entità russe, il famoso Ordine Esecutivo 13848, sull'ingerenza di paesi stranieri nelle lezioni americane. Potrebbe trattarsi di un precedente importante.
12 GENNAIO
- Mike Pence ha dichiarato ufficialmente che il 25° Emendamento, che può essere applicato solo dietro la sua approvazione, non verrà utilizzato per rimuovere Trump prima della fine del mandato. Il presidente ed il suo vice si sono incontrati in un clima amichevole (addirittura scherzoso, secondo il giornalista Jack Posobiec), confermando che il presunto "tradimento" di Pence (cioè il suo rifiuto di bloccare la certificazione delle elezioni negli Stati contestati) farebbe parte del piano. Anche le parole di accusa dell'avvocato Lin Wood nei confronti del vicepresidente potrebbero far parte di una sceneggiatura mirata a creare confusione tra le file del nemico.
13 GENNAIO
- Mentre, a livello formale, Donald Trump sembra pronto a cedere il passo all'amministrazione Biden, a cui brevemente ha accennato nel discorso tenuto ieri ad Alamo (Texas), in concreto il presidente, su richiesta della sindaca di Washington (una democratica che potrebbe aver abboccato all'amo), sta facendo ammassare truppe della National Guard equipaggiate con armi letali ed erigere barriere nel centro cittadino alla vigilia dell'inaugurazione di Biden, evento che sarà in larga parte virtuale. Inoltre, l'11 gennaio è entrato in vigore l'Ordine Esecutivo per contrastare gli investimenti che finanziano aziende militari legate al Partito Comunista Cinese, un provvedimento che include la dichiarazione dello "stato di emergenza", che dà al presidente enormi poteri per quanto riguarda la gestione dell'apparato militare e della National Guard. La nostra ipotesi, che riecheggia quella di molti commentatori che centrano la propria analisi su Q, è che si stia in realtà preparando l'azione militare decisiva contro il deep state e l'amministrazione presunta in entrata. Vedremo.
- Ieri, in molte città dell'Iran, si è verificato un blackout analogo a quello avvenuto il 9 gennaio in Pakistan. Anche in questo caso, il sospetto che sia servito a favorire azioni militari è molto forte.
- Secondo l'FBI, sarebbero in preparazione manifestazioni di piazza a Washington e in tutte le capitali dei 50 Stati degli USA a cui i sostenitori di Trump sarebbero invitati a presentarsi armati. Potrebbe trattarsi di un nuovo tentativo per creare pretesti contro il popolo MAGA e anche per iniziare a disarmare la popolazione, oppure di una mossa dei personaggi più in vista per evitare la cattura, come suggerito da Q#34. Anche Facebook ha affermato di rilevare un incremento dei segnali che indicano potenziali atti di violenza mirati a contestare il risultato delle elezioni.
- Un arresto in Texas per brogli elettorali.
- Si apre ufficialmente la crisi del governo italiano.
18 GENNAIO
- Trump ha ordinato l’immediato rilascio di documenti, prima segreti, sul caso Russia Collusion e altri crimini dell’amministrazione Obama. La divulgazione dovrebbe intensificarsi da qui al 20 gennaio e potrebbe portare al tentativo di blocco delle comunicazioni da parte del deep state. Qui il link al documento ufficiale che asserisce che Obama avrebbe finanziato al-Qaeda.
- A margine di un incontro con Trump alla Casa Bianca, Mike Lindell, amico del presidente e CEO dell’azienda “My Pillow”, camminando davanti alla stampa ha lasciato che il primo foglio dei suoi appunti per l’incontro fosse parzialmente visibile: vi si leggono riferimenti alla difesa della Costituzione, all’ingerenza della Cina e dell’Iran e alla legge marziale. Il gesto fa certamente parte di una strategia che mira a fornire al nemico informazioni parziali e confuse, per spingerlo nella direzione desiderata.
- Nonostante i sostenitori di Trump siano assolutamente fermi dal punto di vista della mobilitazione, alcuni gruppi di manifestanti armati stanno iniziando a radunarsi nelle capitali di diversi Stati. È evidente anche dalle immagini che si tratta, come nel caso dei disordini di Capitol Hill, di attivisti Antifa/BLM, talvolta camuffati. Potrebbe trattarsi di proteste organizzate ad arte per cercare di evitare gli arresti degli esponenti politici di spicco del deep state, come suggerito da Q nel post 34. Per questo motivo (o con questa scusa), la National Guard e altri reparti dell’esercito potrebbero essere presto dispiegati in tutto il paese; non è da escludersi promulgazione della legge marziale.
- La preparazione dell’inaugurazione assomiglia, dall’esterno della “zona rossa”, all’edificazione di una fortezza, ma dall’interno sembra la costruzione di un carcere. Praticamente nessuno si sta recando a Washington per protestare, per cui l’impiego di 30.000 o più soldati e di imponenti mezzi potrebbe rivelarsi una palese minaccia nei confronti di chi partecipa all’inaugurazione, che potrebbe avere la sensazione di infilarsi in una trappola.
- Il Direttore dell’Intelligence Nazionale Ratcliff, in una lettera datata 7 gennaio ma resa pubblica ora, ha riconosciuto l’interferenza cinese nelle elezioni , gettando ulteriori basi per un intervento militare che compensi e aggiri l’inadempienza e la corruzione delle istituzioni civili.
- James O’Keefe, della testata Project Veritas, ha pubblicato online delle registrazioni di Jack Dorsey (CEO di Twitter), realizzate in segreto da alcuni dipendenti, in cui l’imprenditore delinea, per gli anni a venire, progetti orwelliani di censura e limitazione del libero pensiero, sulla falsariga di quanto imposto dal regime cinese.
21 GENNAIO
NOTA PER I LETTORI: BIDEN ALLA CASA BIANCA. VEDREMO COSA ACCADRÀ
Ci sembra doveroso rivolgerci a tutti gli utenti di questo sito, sia ai lettori occasionali che a quelli più affezionati, proprio nel momento in cui la visione e la lettura dei fatti da noi presentata sembra essere smentita dagli eventi. Innanzi tutto, chiariamo che quanto abbiamo finora scritto e sostenuto è frutto di un serio lavoro di ricerca, basato su ipotesi sostenute da dati fattuali concreti. Un lavoro di ricerca e, aggiungiamo, di divulgazione, portato avanti con ardore e passione da molte migliaia di persone in tutto il mondo, a cui ognuno di noi ha contribuito per un pezzetto, più o meno grande, più o meno importante, e di cui tutti noi abbiamo condiviso la visione d’insieme, almeno in linea generale. Ad oggi, possiamo affermare con certezza di aver combattuto nell’ambito di una battaglia tremenda tra due forze, cioè tra l’élite globalista che controlla la finanza mondiale e una compagine sovranista, spuntata apparentemente quasi dal nulla, che ha trovato il suo massimo rappresentante in Donald Trump. La lettura completa dei fatti sarebbe però impossibile senza inserire nel quadro d'insieme l’entità Q, una sorta di “oggetto misterioso”, in quanto senza paralleli nella storia, che proprio i fatti, cioè le prove concrete fornite, ci danno la certezza essere strettamente legato all’amministrazione Trump e ai militari americani. Questo lo affermiamo al di là di ogni possibile dubbio. Quindi, l’amministrazione Trump, attraverso Q, cioè in via non ufficiale, ci ha messi a conoscenza di segrete trame contro di noi, il popolo, di cui altrimenti non saremmo mai venuti a sapere e che hanno trovato riscontro anch’esse nei fatti (quelli veri, non certo quelli fasulli sciorinati dai media). Senza dilungarci troppo, diremo che proprio Q ci ha mostrato che siamo all’interno di un processo rivoluzionario, cioè di un tentativo di scardinare l’ordine economico e politico mondiale a favore del popolo, un tentativo che è in preparazione da decenni e che è guidato da una parte fondamentale (probabilmente maggioritaria e decisiva) dell’esercito americano. Per quanto questa lettura possa sembrare improbabile a chi frequenta la realtà proposta da giornali e tv (che l’esperienza maturata in questi anni ci ha fatto scoprire essere ancora più virtuale di quanto i più smaliziati tra noi credessero), essa rimane l’unica che, alla luce delle prove concrete presentate da Q, viene risparmiata dal proverbiale “rasoio di Occam”. Rimaniamo quindi convinti dell’esistenza di un processo rivoluzionario che, come tutti i (rari) processi analoghi che hanno fatto capolino nella Storia, se ne infischia dei tempi, dei riti e delle carnevalate del mondo morente che vuole distruggere. La rivoluzione, nella sua enormità, certo non dipende dai tempi e dall'andamento dei cicli elettorali, non si arresta di fronte all’insediamento di qualsivoglia presidente americano e, di fronte ad essa, risulta irrilevante qualsiasi personalità e destino individuale. Riteniamo, quindi, che il processo rivoluzionario, per sua natura, continuerà a svolgersi fino alla vittoria (o alla sconfitta) definitiva, che la nomina di Biden alla presidenza non rappresenti certo la fine della rivoluzione, ma imponga invece la sua accelerazione e il suo compimento, in un senso o nell’altro. Noi siamo fiduciosi nella vittoria, ma sappiamo anche, come la storia insegna, che se al nemico viene concesso troppo spazio e troppo tempo (ammesso, e assolutamente non concesso, che l’insediamento di Biden sia una vittoria della reazione e non faccia parte, per quanto possa risultare indigeribile, del piano dei militari), l’ipotesi della sconfitta può divenire concreta. In quest’ultimo caso, a cui noi fermamente non crediamo, perché abbiamo toccato con mano il fatto che esiste un Piano e in esso confidiamo, l’umanità sarebbe costretta a piegarsi al “Grande Reset” e a una schiavitù da cui non sarebbe forse possibile uscire. Nel caso invece della vittoria, che pensiamo assai probabile, si aprirebbero per la nostra specie possibilità di crescita e benessere collettivo inimmaginabili. La situazione è comunque fuori dal controllo di chi, come noi, combatte come semplice ricercatore e divulgatore. Nel bene o nel male, ci troverete sempre qui, fino alla fine. WWG1WGA! (Castle Rock)