Il 17 novembre 2023, grazie alla svolta imposta dal nuovo Speaker della Camera dei Rappresentanti Johnson, sono stati rilasciati molti filmati della famosa “insurrezione” del 6 gennaio 2021. Essi dimostrano ciò che era chiaro fin dall’inizio: i veri manifestanti erano pacifici, mentre gli scontri e le violenze sono stati inscenati da unità militari e paramilitari filo-governative (e, più in generale, filo-globaliste). Nulla di nuovo sotto il sole, in Italia siamo abituati alle infiltrazioni dei servizi segreti all’interno di gruppi politici e manifestazioni di piazza per delegittimarne le istanze. Ricordate il tizio che, secondo l'allora Ministro dell’Interno Lamorgese, testava il “movimento ondulatorio” di un blindato della polizia durante le manifestazioni contro le politiche COVID? Si trattava solo dell’ultimo episodio di una lunga, lunghissima storia.
Tornando al 6 gennaio 2021 a Washington DC, questo scrivemmo nei giorni immediatamente successivi:
«Il 6 gennaio, centinaia di migliaia di sostenitori di Donald Trump hanno invaso Washington per protestare contro i brogli elettorali. Con l'occasione, qualche centinaio di infiltrati di Antifa e BLM sono entrati, grazie alla complicità della polizia di Washington DC, nelle aule del Congresso e hanno dato luogo ad episodi violenti, provocando la momentanea interruzione del processo di certificazione della "vittoria" di Biden. I media hanno fatto ricadere la colpa sui sostenitori di Trump: è stato il nuovo "incendio del Reichstag".» (L’incendio del Reichstag è un episodio storico del 1933, in cui i nazisti incendiarono il parlamento tedesco per incolpare del fatto gli oppositori politici).
Oggi, in più, sappiamo che nella messinscena erano coinvolti alcuni neonazisti ucraini (vedi il nostro articolo “Il neonazismo dei Democratici americani”) e agenti dell’FBI travestiti da sostenitori di Trump.
Il rilascio dei filmati non è un evento casuale, ma avviene sicuramente nel momento giusto secondo il “Piano”, e il deep state entra in un livello di panico ancora più alto. Alcune grandi aziende (IBM e Apple tra queste) hanno iniziato il boicottaggio della piattaforma X (ex Twitter) ritirandosi dai contratti pubblicitari, con il falso pretesto che sul social sarebbero presenti voci che incitano al nazismo (se anche fosse vero, si tratterebbe di elementi marginali, sicuramente impiantati, al solito, da loro stessi e dai loro amici, i veri nazisti). In realtà, cercano di mettere alle strette l’unica grande piattaforma su cui i filmati del 6 gennaio (che scagionano completamente Trump e i suoi sostenitori, condannando invece le istituzioni governative) sono e saranno liberi di circolare. Elon Musk ha risposto immediatamente sul piano legale. Fidatevi del Piano.